La dispnea e il trombo-embolismo venoso: gli aspetti clinico-diagnostici ed il trattamento terapeutico

La dispnea e il trombo-embolismo venoso: gli aspetti clinico-diagnostici ed il trattamento terapeutico, se ne parla in un convegno scientifico al Fatebenefratelli di Roma il 1 marzo.

L’evento sotto l’egida del Ministero della salute è organizzato dalle società scientifiche Simeu-Telesa-Amec

La trombosi venosa profonda (TVP) e/o l’embolia polmonare (EP), cumulativamente indicate con il termine di tromboembolismo venoso (TEV), per la loro frequenza e per il loro possibile esito infausto rappresentano la più comune causa di morte prevenibile nel paziente ospedalizzato, specie nei reparti di medicina interna e d’urgenza.

Gli studi autoptici dimostrano che circa l’80% degli eventi di TVP ed EP derivano da una mancata diagnosi, suggerendo che la reale incidenza e prevalenza della malattia non può essere stimato con precisione. Tuttavia, si stima che l’incidenza annuale di TEV è di 80 casi per 100.000 abitanti, e 600.000 individui sono ricoverati in ospedale per TVP con o senza embolia.

Fattori di rischio importanti per la formazione di trombosi venosa superficiale includono vene varicose, l’uso di cateteri, prolungato riposo a letto, prolungata posizione seduta, in particolare dopo lunghi viaggi, e disturbi della coagulazione del sangue. L’insufficienza cardiaca, traumi, tumori addominali, gravidanza, e ictus possono aumentare il rischio di trombosi ed embolia. Le donne sono particolarmente colpite per i diversi dosaggi ormonali fisiologici e per il sempre maggior uso  della pillola anticoncezionale (contraccettivi orali).

Per tale motivo , grazie all’idea del Dott Giovanni Maria Vincentelli dell’Isola Tiberina e del dott Manuel Monti è nato uno studio chiamato TEVere (chiamato cosi in quanto oltre all’acronimo del tromboembolismo venoso (TEV) fa esplicito riferimento al Tevere che non solo è il fiume principale del Lazio e dell’Umbria ma è soprattutto l’immagine simbolo dell’Isola Tiberina che ha coinvolto 30 ospedali tra il Lazio e l Umbria ed ha prodotto una nuova scala per ridurre il rischio trombo embolico nei pazienti soprattutto giovani che spesso vengono sottovalutati. I risultati ottenuti sono assai positivi e hanno già ridotto in numerosi pazienti la principale causa di morte evitabile in pronto soccorso ossia l’embolia polmonare.

I risultati definitivi di questo studio saranno presentati Sabato 1 marzo 2014, presso la Sala Verde dell’Ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina di Roma.

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