CRONICITÀ E INVECCHIAMENTO: NON PUÒ ESISTERE
ASSISTENZA SANITARIA SENZA ASSISTENZA SOCIALE
LA FONDAZIONE GIMBE HA PRESENTATO AL CONGRESSO NAZIONALE FIMMG UN REPORT CHE ANALIZZA LA SPESA SOCIALE DI INTERESSE SANITARIO CHE NEL 2017 SFIORA I 42 MILIARDI DI EURO. CONSIDERATO CHE L’IMPATTO COMPLESSIVO DELLA SPESA DELLE FAMIGLIE PER LA LONG-TERM CARE SUPERA I 12 MILIARDI, OLTRE IL SOMMERSO, PER UNA GESTIONE OTTIMALE DI CRONICITÀ, MULTIMORBIDITÀ E INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE È INDISPENSABILE RIVEDERE LE MODALITÀ DI FINANZIAMENTO, ORGANIZZAZIONE, EROGAZIONE E MONITORAGGIO DELL’ASSISTENZA SOCIO-SANITARIA CON L’OBIETTIVO DI DEFINIRE, NEL MEDIO TERMINE, UN FABBISOGNO SOCIO-SANITARIO NAZIONALE.
9 ottobre 2019 – Fondazione GIMBE, Villasimius (CA)
La Fondazione GIMBE ha presentato oggi al 76° Congresso Nazionale FIMMG-METIS nella sessione “Tendenze demografiche e nuove povertà” un report che analizza la spesa sociale di interesse sanitario, in larga parte riconducibile al grande contenitore della long term care (LTC) e stimata per il 2017 in quasi € 42 miliardi. Il Presidente Nino Cartabellotta ha enfatizzato che le attuali modalità di finanziamento, organizzazione, erogazione e monitoraggio dell’assistenza socio-sanitaria sono inadeguate e che per la gestione di invecchiamento, cronicità e multimorbidità è indispensabile gettare presto le basi per un servizio socio-sanitario nazionale, al fine di pervenire nel medio termine un fabbisogno socio-sanitario nazionale.
«La salute e la qualità di vita delle persone – esordisce il Presidente– sono condizionate, oltre che dall’assistenza sanitaria, anche da tutte le prestazioni sociali finalizzate a soddisfare i bisogni legati a patologie e condizioni che determinano non solo disabilità, ma anche limitazioni funzionali o parziale non-autosufficienza. Tali prestazioni sono in larga parte riconducibili al grande contenitore della LTC».
La spesa sanitaria per LTC include l’insieme delle prestazioni sanitarie erogate a persone non autosufficienti che, per senescenza, malattia cronica o limitazione mentale, necessitano di assistenza continuativa. Secondo i conti ISTAT-SHA nel 2017 questa spesa ammonta a € 15.511 milioni: € 11.757 milioni (75,8%) di spesa pubblica, € 3.618 milioni (23,3%) a carico delle famiglie e € 136 milioni (0,9%) di spesa intermediata.
«Se formalmente – continua Cartabellotta – i livelli essenziali di assistenza dovrebbero essere integralmente coperti dalla spesa pubblica, tutte le forme di assistenza socio-sanitaria (domiciliare, territoriale, residenziale e semiresidenziale) vengono finanziate prevalentemente dalla spesa sociale di interesse sanitario. In altre parole, i servizi assistenziali destinati alla LTC escono dal perimetro della spesa sanitaria, sfuggendo a tutte le analisi che non considerano la spesa sociale di interesse sanitario».
Considerato che tra i punti del “Piano di Salvataggio del SSN” elaborato dalla Fondazione GIMBE rientra “Costruire un servizio socio-sanitario nazionale, perché i bisogni sociali condizionano la salute e il benessere delle persone”, è fondamentale integrare la spesa sanitaria con la quella sociale di interesse sanitario, che il report GIMBE stima per il 2017 in € 41.888, così ripartiti:
- Fondo Nazionale per la non autosufficienza: € 513,6 milioni
- Fondi regionali per la non autosufficienza: € 435,5 milioni, importo riferito alla sola Regione Emilia Romagna per impossibilità di reperire i dati di altre Regioni
- INPS: € 27.853,4 milioni che includono pensioni di invalidità previdenziale (€ 8.475,9 milioni), le prestazioni assistenziali (€ 13.802 milioni per indennità di accompagnamento e € 3.524,3 milioni per pensioni agli invalidi civili) e i permessi retribuiti (€ 2.051,2 milioni)
- Comuni: € 3.977 milioni per prestazioni in denaro e natura
- Famiglie: la stima della spesa diretta ammonta a € 9.109 milioni che includono i servizi regolari di badantato (€ 5.009 milioni) e i costi indiretti per mancato reddito dei caregiver (stimabili in € 4.100 milioni). Le stime della spesa per le badanti irregolari (compresa tra € 6.185,9 e € 9.776,4 milioni) non sono state incluse nel computo totale.
«Se l’assistenza sanitaria – puntualizza il Presidente – configura un sistema di prestazioni in natura, la spesa sociale per la LTC è quasi interamente rappresentata da erogazioni in denaro senza vincolo di destinazione, né sottoposte ad alcuna verifica. Di conseguenza, sfuggendo a qualsiasi meccanismo di governance pubblica, è impossibile stimare il ritorno in termini di salute di questi investimenti pubblici. D’altro canto, senza considerare il sommerso, l’impatto complessivo della LTC sulle famiglie supera i € 12,2 miliardi di euro».
Al fine di avviare un dibattito pubblico sulla complessa integrazione tra assistenza sociale e sanitaria la Fondazione GIMBE fornisce nel report alcune raccomandazioni perché tale integrazione può migliorare gli esiti di salute, ottimizzare l’uso del denaro pubblico e preparare il SSN alle ardue sfide che lo attendono. In particolare, è necessario potenziare e formare adeguatamente le risorse umane, implementare tecnologie informatiche innovative e introdurre nuovi modelli di finanziamento, dove decisori politici, responsabili della programmazione sanitaria, professionisti sanitari e operatori sociali devono attuare un gioco di squadra perché tutti rivestono un ruolo primario.
«Evidenze scientifiche e dati dal real world – conclude Cartabellotta – dimostrano che non può esistere assistenza sanitaria senza assistenza sociale: di conseguenza è indispensabile avviare una profonda revisione delle modalità attuali di finanziamento, organizzazione, erogazione e monitoraggio dell’assistenza socio-sanitaria, al fine di integrare la spesa sanitaria con quella sociale e pervenire, nel medio termine, alla definizione di un fabbisogno socio-sanitario nazionale».
La versione integrale del Report “La spesa sociale di interesse sanitario nel 2017” è disponibile all’indirizzo web: www.gimbe.org/spesa-sociale-2017